Metodo Scientifico
rivista telematica a carattere giuridico-scientifico

Scrivevo nella presentazione di una recente opera sulla "Interpretazione della legge mediante modelli matematici" quanto segue.
«Dinanzi ai confini dell’ignoto risuonano le parole dantesche: “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.
È sfidando l’incertezza, attraverso lo strumento più potente di cui l’essere umano dispone, che si può recuperare fiducia nella Giustizia. Il ragionamento matematico ha, infatti, il pregio unico di essere applicabile a qualunque forma di conoscenza e, non ultima, alle regole di governo della società.
L’idea diffusa nel pensiero giuridico contemporaneo è che possano darsi, con pari valore, più interpretazioni della legge, e che, nel tempo, queste interpretazioni possano (anzi debbano) cambiare senza che necessariamente la legge cambi.
Ma quale cittadino accetterebbe l’idea che il suo destino, e financo la sua libertà, siano decisi dall’interpretazione del momento?
Di ogni cosa in natura può dirsi soltanto che è o non è. Si pretende, invece, che di una legge debba predicarsi che possa al tempo stesso essere (in un certo modo) o non essere (in quel modo). Così opinando l’interprete finisce per scambiare i suoi limiti per limiti della materia di cui si occupa.
Al contrario, una volta che la decisione politica si sia tradotta in norma, il suo significato è identificabile oggettivamente, mediante procedimenti formali: l’ordinamento giuridico è il tempio della razionalità, non il luogo del Caos.

Interpretare la legge con modelli matematici non è solo la via per restituire certezza al diritto, ma anche il tentativo di realizzare la massima ambizione della civiltà moderna: vincere il dogma ad impossibilia nemo tenetur
».
A solo un anno da queste parole, la brutalità delle cose – pubbliche e private – mi ha richiamato a una riflessione meno ottimistica. Ma l’esito non cambia, cambiano solo le modalità.
La ricerca è funzionale alla didattica, id est al successo. Negli anni 2012-2017, quando alla tradizionale struttura didattica (lezioni-temi-piani) e all’attività scientifica (convegni), si sono aggiunti tre elementi del settore ricerca (sistemi-rivista-borsisti), la Scuola ha raggiunto performance eccezionali. Ma si può fare meglio, anche rinunciando a elementi prematuri per la civiltà contemporanea.
Sorge dunque ‘Metodo scientifico’, che succede pro-tempore a ‘Diritto e Scienza’.
Ciascun numero è articolato in tre parti:
1) Prefazione, riservata allo studio della realtà;
2) Svolgimento, dedicato all’analisi giuridica di casi o questioni a una profondità ai limiti delle possibilità di comprensione dello studente medio;
3) Postilla, in cui trovano collocazione dati e valutazioni apparentemente scollegati dalle prime due parti, che toccherà al lettore ricucire.
‘Metodo Scientifico’ è riservato agli allievi della Scuola: a chi supera la sua complessità le tracce del concorso appariranno semplici. Che è più o meno la stessa cosa che mi dissi quando, poco prima di vincere tre concorsi in ordinaria, con una preparazione nozionistica insufficiente, pensai che essere stato uno dei più forti giocatori italiani di scacchi mi aveva dato strumenti ben più potenti.

Francesco Bellomo